“Non sono ispirato”….il grande errore dell’Artista.
L’ispirazione, la musica e il concetto di intuizione.
In questo articolo voglio condividere un ragionamento.
Parto da alcune definizioni:
Musica = arte delle Muse (intesa come tecnica, dal greco).
Muse = figure femminili mitologiche che fungono da ispirazione agli artisti.
Aggiungo il “fare” (come azione) alla parola proseguendo nella ricerca:
Fare musica 1 = fare l’arte delle Muse.
Fare musica 2 = fare l’arte di coloro che ispirano gli artisti.
Fare musica 3 = fare come fanno le Muse (la loro arte).
Fare musica 4 = ispirare gli artisti (musa interiore all’artista stesso).
se prendiamo in considerazione tutte queste definizioni, possiamo condividere la parola “Musica” in due concetti distinti:
1- Musica come azione, forma, arte da esporre.
2- Musica come idea di rapporto con la Musa, interna a noi.
Amplio il discorso sul secondo concetto unendolo alla parola “ispirazione” che entrambi i significati hanno in comune, che tanto ci fa impazzire e che ci confonde nei momenti in cui tentiamo di creare in musica….che sia una composizione o solamente un estemporaneizzazione.
Ispirazione (definizione secondo wiki) = Impulso riconducibile a fattori singolari o privilegiati, per lo più irrazionali o fortuiti, diretti sia verso una scelta pratica, sia verso la formazione di un messaggio o di un prodotto artistico.
Irrazionali o fortuiti?
Queste due parole mi hanno fatto sobbalzare dandomi lo spunto per scrivere di questo.
Mi chiedo:
Se l’ispirazione fosse fortuita, deriverebbe quindi dal nulla? Ci cadrebbe in testa come la grazia di un Dio? Un fenomeno aleatorio?
Casuale oppure causale?
Mha…
Non e’, piu semplicemente, che gli artisti “colgono” l’ispirazione per fare la musica? E quindi, se la colgono, da qualche parte sapranno anche dove trovarla? Altrimenti, come farebbero a “coglierla”?
Mha…
Parlavamo appunto sopra della Musa. Della Musa come immagine di un idea interna all’individuo, da cui esso trae l’ispirazione, rapportandosi con essa.
In questo caso, la Musa di cui parliamo potrebbe essere considerata davvero come un’idea piu’ che una Dea. Un’idea improvvisamente intuita che guida l’artista ispirato verso l’ipotesi di una forma musicale possibile.
Continuo:
Musa interiore = Intuizione = processo che avviene nel pensiero, dentro di noi.
Forse qualcosa di sensato c’e’….. ma, quando e’ che avviene?
Provo ad aggiungere dei dati per insistere sull’ argomento.
E’ capitato a tutti di aver letto o sentito dire da musicisti di grande fama:
<<“ho pensato di scrivere quella tal canzone mentre ero in riva al fiume dove ero cresciuto da bambino“, oppure, “ho sentito il profumo del mio amore nell’aria ed ho scritto queste parole“, ed ancora, “ho visto un incendio su un lago, ho inventato quel riff con la chitarra“, oppure ancora, “ho fatto un sogno ed al risveglio avevo bene in mente una partitura per pianoforte“>>
Pensieri, percezioni, esperienze ed immagini formulate in musica.
Le storie di vita dei nostri artisti preferiti ci appassionano e ci incuriosiscono ma, ci rendono anche partecipi del fatto che tutti noi esseri umani, e quindi anche gli artisti (😂), viviamo COSTANTEMENTE il rapporto con le recezioni derivanti dall’ambiente fisico/psichico esterno ed interno a noi.
Piu’ concretamente: la percezione dell’ambiente in cui viviamo e la percezione di noi, di quello che siamo e che sentiamo nel nostro intimo pensiero.
Per vivere, siamo impossibilitati a fare a meno di entrambe le cose, non possiamo mai smettere di funzionare….sia dentro che fuori!
Se non fosse cosi’ vorrebbe dire il vuoto, quindi uno stato di non vita, semplicemente morti!
Se, al contrario non siamo morti, siamo vivi e lo siamo sempre! …anche quando dormiamo.
Le intuizioni fanno parte del processo vitale del pensiero costantemente, ancor prima di rendercene conto.
Come prenderne il senso per renderle forme musicali reali, udibili, quello e’ tutto un altro discorso e la volontà di questo appartiene solamente ad ognuno di noi, ma solo successivamente.
(Sto continuando a rivolgere il discorso sul campo musicale, ma, tutto questo, potrebbe anche essere rivolto verso qualsiasi altra forma artistica.)
Solo adesso vorrei arrivare al momento focale di questo articolo. Quel momento in cui ci troviamo davanti la formula, secondo me patologica, del dire: “non sono ispirato / manco di ispirazione“.
Ci capita di sentirlo da colleghi e da allievi, spesso ci caschiamo anche noi stessi.
Questo, secondo il mio punto di vista, e’ il momento in cui dobbiamo soffermarci a riflettere, almeno un po’, quando non riusciamo a rendere reale, in forma musicale, una nostra immagine intuita che vogliamo in qualche modo esternare.
Perche’ adesso e’ il momento del “fare” e non piu’ del pensare. Quello lo abbiamo gia’ fatto e neppure ce ne siamo accorti! Incoscienti!
Sembra che “Il fare” sia un azione volontaria che puo’ esistere solamente dopo che il pensiero ci informa su cosa faremo….dopo averlo pensato.
E figuriamoci, forse l’intuizione e’ ancora prima del pensiero cosciente e si fonde con esso dandoci la sensazione libidica di essere ispirati. Forse di essere in uno stato in cui le nostre composizioni sono collegate direttamente alla parte non controllabile del nostro pensiero. Quella non cosciente.
Mi viene da scrivere questo anche perché, rileggendo o riascoltando a distanza di tempo, sono sicuro che sia capitato a tutti di stupirsi di alcune proprie creazioni, come se appartenessero a qualcun altro e non a noi, proprio perche’ non c’e’ coscienza nell’attimo dell’esplosione di un intuizione. Ma questo non vuol dire che sia casuale!
Dovremo star bene attenti a non ignorare il significato della parola Musica nel momento in cui diciamo “non sono ispirato” o “mi manca l’ispirazione“, altrimenti ci freghiamo con le nostre mani, ci confondiamo e non riusciamo a capirne il motivo. Siamo persi, bloccati, senza meta.
Invece c’è la Musa! Ed e’ gia’ lì, davanti a noi! Per di più’, costantemente in rapporto con noi!
Essa e’ nostra amante ed amica, non e’ uno spirito ne un Dio ma, al contrario, e’ tutto quello che avviene davanti ad i nostri sensi, si amplifica dentro di noi grazie alle orecchie, riporta i ricordi come suoni che vibrano sulla nostra pelle, ne vediamo il colore, ne assaggiamo il sapore, ne sentiamo l’odore.
La ritroviamo nei rapporti sia dentro che fuori di noi.
La Musa e’ realmente tangibile perche’, se ci facciamo caso, come dicevamo sopra, ogni artista puo’ riconoscere il momento, l’immagine, il sogno o la sensazione in cui compare.
Poi casualmente, ma forse non proprio casualmente, apro un libro e leggo:
<< ” …. . Quale autore potrà mai dire come e perché un personaggio gli sia nato nella fantasia? Il mistero della creazione artistica è il mistero stesso della nascita naturale. Può una donna, amando, desiderare di diventar madre; ma il desiderio da solo, per intenso che sia, non può bastare. Un bel giorno ella si troverà a esser madre, senza un preciso avvertimento di quanto sia stato. Così un artista, vivendo, accoglie in se’ tanti germi della vita, e non può mai dire come e perché, a un certo momento, uno di questi germi vitali gli si inserisca nella fantasia per divenire anch’esso una creatura viva in un piano di vita superiore alla volubile essenza quotidiana.“>> (cit. pag 12, “Prefazione” di “Sei personaggi in cerca d’autore“, L. Pirandello, 1924).
Quindi, ringrazio il grande scrittore e provo a concludere:
non dobbiamo l’intuizione alla grazia di nessuno ma, al contrario, la riconosciamo in un evento fisico e psichico ben definito che gli artisti vanno a cercare per la propria esigenza creativa, che sia in un luogo intimo oppure in uno stato di pensiero il piu’ diretto possibile con il suo lato non cosciente.
Come scrive Pirandello, l’evento intuitivo è Nascita senza un fine.
L’intuizione vive nell’ambito di rapporto.
Insisto a cercare una definizione più’ comprensibile: Ispirazione = Tutto quello che noi sentiamo in noi, rapportandoci.
O meglio, secondo me:
l’Ispirazione e’ un evento fisico e psichico che viviamo nel momento in cui il nostro pensiero elabora un’intuizione, una scoperta, seppur ancora non decifrata. Decifrabile proprio in quell’arco di tempo in cui siamo ispirati.
Puo’ essere che, nel momento in cui riusciamo, facendo, una creazione artistica dovuta ad una qualsiasi intuizione, tutto questo ci porti ad una realizzazione personale? e quindi al nostro benessere?
Credo che la risposta sia SI.
Ed al contrario:
Puo’ essere che, nel momento in cui NON riusciamo, NON facendo, una creazione artistica dovuta ad una qualsiasi intuizione, tutto questo ci porti ad una forte frustrazione? Proprio perche non riusciamo, o forse e’ molto meglio dire, non vogliamo esprimere quello che abbiamo intuito?
Credo che anche questa risposta sia Si.
Sono sicuro del fatto che “il fare” ed “il non fare” siano entrambe azioni volontarie che definiscono la forma artistica in questione come esistente o non esistente.
Il fare ed il non fare ci fanno stare bene o ci fanno stare male.
A questo punto dobbiamo solo scegliere cosa vogliamo.
Ognuno di noi potrà prendersi tranquillamente le proprie responsabilità!
Dovremo felicemente rassegnarci nel dire che, l’intuizione artistica non e’ un’azione voluta ma, diversamente, va intesa come funzione biologica del cervello.
Impressa nel percorso del pensiero, la musica diventa linguaggio dopo il parto di un’idea, andando cosi’ al di la della sua piu’ semplice forma tangibile ed udibile.
E’ proprio vero, continuiamo a nascere infinite volte nell’arco della nostra vita.
Matteo Breschi